- SABATO 9 GIUGNO -
Arrivo all’aeroporto di Goteborg City.
Stiamo finalmente per
superare l’ultima porta che ci separa dai nostri amici italo(Alessio)-svedesi(Anna),
quando il naso del labrador al guinzaglio del poliziotto punta caparbio il
trolley di Glauco, che viene così obbligato ad aprirlo per ispezione (Che il
cane vichingo abbia una passione per il parmigiano ? eh no, quello è per Anna
e Alessio) . Durante il controllo, il poliziotto tempesta Glauco di
domande: stai nascondendo oggetti pericolosi per la partita di domani sera? Sei
venuto qui con intenzioni violente ? hai altri amici italiani con cui stai
organizzando una sommossa anti-spagnoli ?
(Ma secondo te, se io voglio
fare casino per la partita Italia-Spagna, vengo in Svezia ?)
Dopo aver rassicurato il
poliziotto-investigatore e aver ripreso possesso della valigia (parmigiano
incluso), usciamo all’aria aperta. 14 gradi. Ovvero 14 gradi di differenza
rispetto a due ore e mezza fa, alla partenza da Milano. Forse questa nuvola
scura da cui proviene questa pioggia così forte è solo qui, sopra l’aeroporto
di Goteborg. Meglio indossare un altro strato di imbottitura.
Mentre aspettiamo Anna &
Alessio (ma sì è sempre lo stesso Alessio, la guida della crociera sub in
sudan, ricordate ? vd. post Febbraio 2010) osserviamo con curiosità il
marito/papà di una famigliola locale che si ostina a far entrare in una micra 5
valigie, 2 figli adolescenti e la moglie: dispone gli 8 elementi nei posti
disponibili e chiude forte lo sportello del baule che rimane aperto.
All’undicesimo tentativo fallito di combinare gli stessi, riparte impassibile
con il baule aperto e lascia spazio alla golf di Anna & Alessio. Evviva.
Anna ci tranquillizza sul fatto che a Borås, dove abitano loro, non piove.
Cena a Goteborg
Ceniamo ‘ Da Pasquale’ a
Goteborg (http://www.trattoriadapasquale.se/), anche lui
parte della folta comunità italiana residente in questa città che allieta i
palati dei vichinghi con una pizza degna delle proprie origini. Indimenticabile
soprattutto l’augurio del cameriere per il match di domani sera: “Questa
partita la vinceremo con le tre ‘C’: Concentrazione, Cuore e Crinta !”.
Verso Borås
La strada verso Borås si
snoda per circa sessanta kilometri tra fitti boschi di alte conifere,
intervallate da segnali di pericolo di attraversamento alci, che però purtroppo
non si sono fatte vedere. Solo un tasso
ci ha degnati della sua presenza. Il volante passa ad Anna che non si è
concessa nemmeno una birra, un po’ per il piccolo contenuto dentro di sé, ma
soprattutto perchè qui la soglia alcolica di 0.2 non tollera sgarri !
A casa di Anna&Alessio (Borås)
Anna&Alessio vivono in
un appartamentino carinissimo a Sjöbo, tranquillo quartiere a est di Borås.
Come è consuetudine qui, il palazzo ha sauna e locale lavanderia in comune per
tutti gli inquilini. L’interno è molto accogliente: delle case svedesi, io
adoro soprattutto le cucine, con i fiori sempre presenti davanti alle finestre
all’inglese dipinte di bianco. Alle stesse finestre, d’inverno in ogni casa si
mettono anche le candele accese e l’effetto da fuori è molto suggestivo. È
mezzanotte e c’è ancora luce; in realtà non so bene quando e se ci sia
effettivamente stato il tramonto perché quando un raggio di sole mi fa riaprire
gli occhi sono le 4 di mattina !
- DOMENICA 10 GIUGNO -
Al parco di Sjöbo (Borås)
Dopo un’abbondante colazione
con cereali, yogurt, frutta, mandorle, formaggio, paté etc etc non può mancare
una passeggiata nel parco su cui si affaccia il quartiere: un’altra cosa che mi
fa impazzire della cultura svedese sono queste piccole casette rosse
‘porta-attrezzi’ (anche queste con le finestre bianche) che si possono
affittare o comprare insieme ad un piccolo appezzamento di terreno per poter
coltivare il proprio orto nel tempo libero, pensate soprattutto per chi abita in città. Ce ne sono anche di abitabili,
che si possono affittare come case estive. La passeggiata porta ad un lago, il
primo dei tanti che vediamo in giornata: così come da noi “non c’è rosa senza
spine”, in Svezia “non c’è parco senza lago”! Tutt’intorno, bambini e
famigliole giocano spensierati. Secondo me i fratelli Grimm si sono ispirati
alla Svezia per le ambientazioni delle loro fiabe (ma non ditelo ai tedeschi!).
Al Bryggan bistro bar (Ulricehamn)
Carinissimo il brunch qui,
in un ristorante, appoggiato su una piattaforma di legno e affacciato anch’esso
su un lago. La vista dal tavolo attraverso le finestre bianche all’inglese è
molto piacevole e l’atmosfera è bucolica. Non fosse che sono arrivati gli
italiani a rovesciare tutta la cremina di vaniglia per la torta sulle tazzine
del caffè del buffet, vero Alessio ?
Al Ramnaparken (Borås)
La caratteristica di questo
parco sta nel fatto che è un museo all’aria aperta: tante piccole casettine, sparse
intorno ad una chiesa, sono state portate qui da un’area vicina (Sjuhärad)
insieme ad alcune statue e quadri della chiesa stessa che invece arrivano da
Skansen, il museo all’aria aperta di Stoccolma. Noi entriamo soltanto in una
delle case, tutta in legno, dove io sono l’unica del gruppo a poter stare
comodamente in piedi, se non contiamo il bambino di non più di 9 anni del
gruppo precedente. All’interno si torna indietro di 300 anni: poche piccole
stanze con attrezzi di legno, cocci di
ceramica, un camino, una macchina per filare e una pressa a cui tutti abbiamo
annuito durante la spiegazione della guida ma senza ben capire per cosa fosse;
in un angolo, un piccolo letto, sempre di legno, dove gli antenati vichinghi
dormivano riscaldati dalle galline che stavano appollaiate sotto per creare un
po’ di calore. Qui la guida ci spiega anche che, quando pioveva, spesso dormivano
in piedi. (cfr. Alessio: “Hai capito, mentre noi 2000 anni fa conquistavamo il
mondo, questi dormivano in piedi per paura di affogare ! ”).
Sulla via verso l’uscita del
parco, dove avvistiamo un altro lago (questa volta con i cigni), notiamo un
paio di ragazzi che lanciano un frisbee cercando di fare centro in un canestro
appeso ad almeno 10 metri d’altezza in mezzo agli alberi. E tutto ciò
nonostante la pioggia. Anna ci spiega che è un passatempo comune qui e poi
cerca di convincerci sul fatto che la pioggia qui effettivamente sia ‘morbida’
e non dia alcun fastidio !
Fika
Quella che per noi è la
merenda o pausa caffè, qui si chiama ‘fika’: la mamma di Anna ci ha preparato
torta di mele e cannella accompagnata da una bella tazza di caffè luuuungo e
una cremina di vaniglia. Squisita! E poi dicono che gli svedesi siano freddi !
avremmo tanto da imparare sul piacere delle piccole cose.
Italia – Spagna al Torget bar
Il poliziotto che ci ha
accolti all’aeroporto forse aveva un po’ ragione a preoccuparsi del fatto che
più italiani riuniti nello stesso posto a vedere una partita europea avrebbero
turbato la quiete dei suoi conterranei. Le espressioni dei clienti seduti nel
tranquillo locale in città (www.torgetboras.com ) hanno
infatti subito diversi stadi di mutamento nell’assistere alle urla disumane di Glauco
e Alessio: dapprima sorriso con sorpresa (un po’ come se vedessi Tarzan vestito
che ti attraversa la strada) poi smarrimento con un po’ di preoccupazione (un
po’ come se Tarzan vestito che ti attraversa la strada si fermasse a fissarti)
e infine atterrimento con occhio sbarrato (un po’ come se Tarzan vestito che ti
attraversa la strada si fermasse a fissarti e poi saltasse sul cofano della tua
auto).
Curiosità
Cosa ci fa una statua gigantesca
di Pinocchio nel bel mezzo di una piazza di Borås?
Ho cercato un po’ su
internet e ho scoperto che è opera di un artista americano ed è lì dal Maggio
2008. Sembra che non abbia incontrato il consenso di tutti gli abitanti della
città, ma nonostante tutto continua a stare lì.
L’articolo
che ho trovato sull’argomento commentava: “I think it’s quite interesting, a
little perplexing, and a little bit fun”, esattamente come gli svedesi. Forse
proprio per questo è lì !
Nessun commento:
Posta un commento