mercoledì 24 febbraio 2010

Sub Esplorando il Sudan

Febbraio 2009 - Dopo ore e ore di procedure di sicurezza all'aeroporto del Sudan, dove ci hanno anche ritirato i passaporti per tutta la settimana in modo che non possiamo addentrarci nel territorio, inizia l'avventura sulla Daedalus, yacht con 9 cabine, servizi privati (importante quando non conosci gli altri clienti della barca!), 32,5 metri di lunghezza per 7 di larghezza.


In tutto siamo: 6 italiani, 3 tedeschi e una francese, 3 guide e tutto l’equipaggio locale.

Ma veniamo al sodo... Le immersioni

Il tratto di mar Rosso su cui si affaccia la costa sudanese vale la definizione di mare con “la più alta concentrazione di vita esistente al mondo”, da parte del grande oceanografo francese J. Cousteau, che ha qui colto l’occasione per portare avanti i suoi esperimenti (vedi oltre).

Un piacevole profumo di avventura si respira un po' ovunque e ciò, unito all’abbondante vita marina che ruota tra i coloratissimi giardini di corallo ancora intatto, agli storici relitti risalenti alla seconda guerra mondiale e alla presenza costante degli squali, dà alle immersioni un non so ché di selvaggio.

In generale, le immersioni più belle sono state quelle di metà mattinata e non quelle all’alba (verso le 7 del mattino); diciamo che queste ultime sono servite per tenerci in allenamento e soprattutto smaltire l’enorme quantità di cibo assunto in barca. La temperatura dell’acqua si è mantenuta tra i 24 e i 26 gradi e una muta 5 mm è stata più che sufficiente. Ricordate che i guanti non sono apprezzati, invitano alla tentazione di toccare i coralli rischiando di rovinare ciò che la natura ha creato in così tanto tempo... io piuttosto non disdegnerei una maschera di riserva, visto che ho perso la mia per la forte corrente e fortunatamente una persona dal gruppo ne aveva una !

IL RELITTO DELL’UMBRIA

Lasciato il porto, dopo soli 20 minuti di navigazione si incontra Wingate Reef dove giace il relitto dell’Umbria, una nave italiana volontariamente affondata il 10 giugno 1940 dal suo capitano per evitare che il suo carico di armi e mezzi finisse nelle mani della marina britannica. Il relitto lungo ben 150 metri si trova ad una profondità massima di 40 metri, adagiato sul lato sinistro. Una volta arrivati alla prua, giratevi a guardarlo dall’esterno in tutta la sua maestosità, ne vale veramente la pena!
Qui abbiamo fatto ben 4 immersioni, compresa una notturna molto suggestiva, percorrendo corridoi e stive, vedendo il carico ancora intatto di materiale bellico, bottiglie di vino, lavandini, 2 grandi forni e un’impastatrice e persino 3 Fiat 1100... il tutto accompagnato dalle numerose specie tropicali che vivono tra le lamiere come i pesci angelo, glass fish, un pesce istrice solitario e molti altri e, nonostante le 4 immersioni, non siamo comunque riusciti a visitare il relitto in tutta la sua estensione.

SANGANEB
Qui la posizione del reef è riconoscibile grazie ad un alto faro situato su di un torrione corallino.

Immergendoci sia alle punte Nord e Sud del reef, abbiamo incontrato grandi banchi di barracuda stanziali, carangidi, pappagalli, cernie, tonni, squali grigi e qualche pinna bianca; anche i colori sono magnifici: pareti ricoperte da alcionari, gorgonie e coralli di ogni colore.
La particolarità di queste immersioni sta nel fatto che, sorpassando la prima parte di reef affiorante, la parete esterna precipita in profondità e si arriva poi ad un pianoro sabbioso sui 20 metri molto ma molto ricco di vita.
Navigando verso Nord si raggiunge Sha'ab Rumi reef, uno dei luoghi più affascinanti del Mar Rosso. Talmente bello che all’unanimità abbiamo chiesto alle guide di farci rimanere lì ancora per un giorno anziché andare a Shaab Suedi, a visitare il relitto del "Blue Bell" naufragato nel ‘77 con tutto il carico di veicoli Toyota. L’Umbria aveva già abbondantemente saziato il nostro appetito di relitti! Abbiamo perciò avuto la possibiltà di fare il bis per ogni punto di immersione qui sotto descritto e vi assicuro che la seconda volta non è mai stata uguale alla prima.

SHA'AB RUMI PUNTA SUD
E qui è veramente difficile riuscire a riassumere il tutto!
Anche qui la parete scende per una ventina di metri per continuare in un pianoro che è una delle meraviglie subacquee data l'abbondanza di vita sottomarina. Durante l'immersione si assiste inoltre ad un continuo passaggio di pesce pelagico: barracuda e squali di barriera (pinna bianca e grigio). Anche solo stando lì fermi ad osservare vedrete tutto un mondo di flora e fauna intorno a voi; è come stare al cinema!
Ma questa immersione ci è rimasta nel cuore specialmente per un motivo: scesi ad appena 40 metri, ecco che volgendo lo sguardo nel blu, d’un tratto si materializzano come d’incanto un branco di squali martello, sono una decina e risalgono verso di noi per curiosarci un po’ intorno e offrirci uno spettacolo senza eguali! È veramente un’emozione fortissima stare lì fermi e guardare i martelli che quasi sembra danzino intorno a te! io ho consumato quasi 100 bar in quei pochi minuti!
La seconda volta che siamo tornati lì purtroppo la presenza dei ‘pappagalli rinoceronte’ (quelli con il gran bernoccolo in testa, che sembrano quasi una specie preistorica) ha creato il vuoto intorno a noi; tutti gli altri pesci se ne guardavano bene da stare loro vicino, incluso il nostro video-operatore.

SHA'AB RUMI - Resti di Precontinente II
Appena fuori dalla pass si trovano i resti del Precontinente II, scelto da Cousteau nel 1963 come sede del suo progetto scientifico, volto a studiare l’adattamento dell’uomo alle lunghe permanenze sott’acqua A tal scopo vennero costruite apposite abitazioni, poste a diversa profondità che ospitarono i sub mantenendoli alla stessa pressione esterna mediante una miscela di elio. Noi siamo entrati nella ‘campana’, che da alcuni è stata anche usata come trampolino di lancio, durante l’immersione notturna, per un’insana moon walk!

Qui ci hanno onorato della loro presenza murene, stingray, qualche cernia e una tartaruga, che agli occhi della nostra guida, “era tarrrmente vecchia che non vedeva l’ora di morire”. Durante la notturna è possibile vedere oltre alla stessa tartaruga di prima che dorme anche molti granchi insieme agli immancabili lion fish.

SHA'AB RUMI - Nord
Anche qui siamo stati graziati dalla presenza di un gruppo di martelli, anche se non grande come il primo e abbiamo avuto la fortuna di osservare il tonno più grande e più vissuto mai visto, tanto da meritarsi il soprannome di Rambo! vista la forte corrente da Nord, è proprio qui che consiglio di portarsi la maschera di riserva, come accennato all’inizio, meglio prevenire che... curare i tagli sulle mani con l’aceto!

Riassumendo, abbiamo visto TUTTO quello che avremmo voluto vedere e anche di più! ci manca lo squalo tigre e la manta, ottima scusa per ripetere l’esperienza!

Curiosi di sapere altri dettagli?

LE GUIDE
Tutti e tre sono stati decisamente un ingrediente fondamentale nella riuscita di questa magica vacanza, ciascuno nella propria unicità:
Alessio ci ha praticamente inculcato una nuova filosofia grazie alle sue perle di vita vissuta in romanesco; Cisco, palesemente rasta, ci ha regalato un mix di simpatia sarda e calore san salvadoriano e uno spettacolo mai visto grazie all’ effetto-medusa dei suoi dred liberi sott’acqua e per finire, Andrea (per gli amici Pozzi), sempre presentissimo video operatore, che ha immortalato i migliori momenti delle nostre immersioni e della vita sulla barca ed allo stesso tempo attento a ciascuno di noi al punto da accorrere in aiuto alla prima difficoltà e per questo soprannominato dal gruppo ‘sea angel’. Ovviamente tutti abbiamo comprato il suo dvd, dolce compagno nei momenti di nostalgia che ti assalgono al ritorno, ma anche efficace modo per suscitare l’invidia degli amici subacquei che sono rimasti a casa (soprattutto il pezzo degli squali martello). Ma come avremmo fatto senza l’equipaggio?

Sama (nostalgico facility manager egiziano), Sala (marinaio tuttofare), Jango (Il Capitano), Mohamed (Il cuoco, l’insuperabile), Mohamed e Kaled (gli instancabili autisti degli zodiac)... tutti grandissimi ed efficientissimi! E qui, da buoni italiani, una particolare nota di merito va al cuoco che ci ha deliziato ogni giorno di fantastici manicaretti che nulla avevano da invidiare alla cucina italiana! e io che volevo dimagrire in barca!

E com’è la vita in barca?
Le giornate si svolgevano principalmente così, con il tempo scandito dal solo suono della campanella!
6;30 sveglia, briefing e immersione
8;30/9 colazione abbondante (crepes, nutella, marmellata, miele, formaggi, omelette preparate sul momento) e poi relax
11/ 11;30 briefing e seconda immersione; di solito questa era la migliore della giornata
13;30 pranzo e poi relax
15;30 briefing e terza immersione
17 merenda con torta appena sfornata
e poi per gli insaziabili c’è anche la possibilità di fare un’immersione notturna a seconda delle condizioni e del luogo in cui ci troviamo verso le 20 per poi ritornare di nuovo ‘gambe sotto il tavolo’ per la cena.


Nonostante l’apparente ripetitività, ogni giorno è stato diverso dal precedente: per il tipo di immersioni, le chiacchierate di gruppo, la possibiltà di pescare sia dalla barca che dal gommone, i delfini che ogni tanto avvicinavano la barca o il gommone e ci accompgnavano per un tratto, e non è mancata neppure la serata pizza! Un giorno abbiamo anche ‘toccato terra’ andando a visitare il Faro di Sanganeb da cui si gode una spettacolare vista sul reef.

Oddio no, dobbiamo proprio? Il ritorno 

Al ritorno con la barca a Port Sudan, veniamo accolti da uno squalo tigre che emerge dall’acqua in tutta la sua maestosità. Vicino al porto vediamo anche un tipico abitante del luogo che si sta lavando i denti (in acqua, al porto !). Probabilmente si sta facendlo bello per il week end. Cogliamo l’occasione per fare una passeggiata a terra e visitare il mercato: l’ambiente è quello tipico di una città africana: negozi fatiscenti, colori caldi, tanti odori che si mischiano fra loro, sguardi incuriositi, caldo torrido, musica arabeggiante, animali appesi circondati da insetti non identificati... fare una passeggiata qui è piacevole, non sembra nemmeno di trovarsi in un Paese con tali tensioni interne.
Inutile dire che nel momento in cui sono stata obbligata a scendere dalla barca per tornare a Milano, avrei preferito essere tenuta sequestrata lì ancora per qualche settimana dai tanto temuti pirati del Mar Rosso. Mi aggrappo alla speranza che non riescano a trovare il mio passaporto in aeroporto, ma la polizia sudanese in questo mi delude.

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